Tempo di Expo: intervista esclusiva al viceministro alle politiche agricole Andrea Olivero (di Paolo Viana)

1) Viceministro Olivero, l'Expo sarà una opportunità per discutere alcuni dossier importanti, come quello del riso con la Cambogia. A che punto siamo?
Il Governo italiano si è tempestivamente attivato per fronteggiare l’aumento delle importazioni di riso dai Paesi meno Avanzati (PMA) che ha determinato prezzi sul mercato europeo al di sotto dei costi di produzione con evidenti ripercussioni negative per le nostre imprese. Abbiamo formalizzato alle Autorità di Bruxelles la richiesta di adozione di misure di salvaguardia europee nei confronti dell’importazione di riso greggio cambogiano del tipo indica. Il dossier, che si inserisce in un contesto politico molto articolato e complesso, difficilmente potrà essere accolto. Ritengo, in ogni caso, che le clausole di salvaguardia possano garantirci fino a un certo punto: la più grande tutela è fare in modo che il nostro prodotto venga apprezzato e riconosciuto per la sua specificità e qualità. Per questo, il primo difensore del nostro riso non può che essere un consumatore in grado di comprendere l’eccellenza del prodotto italiano, non soltanto per le sue connotazioni organolettiche ma anche dal punto di vista della sicurezza alimentare, e distinguerlo da quello di altri Paesi. L’Expo sarà anche un’occasione per far apprezzare il riso e per educare i consumatori a riconoscere la specificità di quello italiano.

2) Il nostro Paese è un buon esportatore di riso. Come si può fare di più e di meglio?
In un contesto internazionale caratterizzato da una competizione molto aggressiva, è necessaria una promozione complessiva del riso italiano che parta dalla ricerca e dalle sementi e giunga fino alla riconoscibilità e alla valorizzazione del prodotto sugli scaffali dei supermercati. Attualmente, come Ministero stiamo lavorando per promuovere una maggiore strutturazione e aggregazione della filiera italiana, presupposto per rafforzare il sistema delle esportazioni affrontando uniti i contesti internazionali e con l’obiettivo di creare un mercato globale privilegiato per il riso italiano.

3) Ovviamente, l'Expo non è solo riso: guardando alle pmi, quali spazi commerciali potrebbe aprire?
Il sistema agroalimentare italiano arriva preparato a questo importante appuntamento e con la consapevolezza che senza una vera internazionalizzazione nessun comparto produttivo può crescere e consolidarsi. Soltanto innovando, puntando sulla qualità e tracciabilità delle nostre produzioni, valorizzando lo stretto legame tra i prodotti ed il loro territorio di origine e sostenendo l’export possiamo garantire continuità al sistema italiano.
L’Expo e, in particolare, il Padiglione Italia rappresentano una vetrina del mondo agroalimentare italiano e potranno dare una concreta opportunità alle nostre imprese di promuovere il loro lavoro e la conoscenza del nostro patrimonio enogastronomico in un contesto internazionale in cui sarà possibile incontrare il “resto del Mondo” e consolidare i rapporti con i mercati esteri.

4) La gittata di questa manifestazione è solo agroalimentare?
Certamente l’agricoltura e l’agroalimentare sono il cuore dell’Expo ma la portata di questo evento è più ampia: nei sei mesi della manifestazione il Mondo intero si incontrerà per dialogare su questioni strategiche come la sicurezza alimentare e l’uso sostenibile delle risorse naturali e si confronterà su un nuovo modo di produrre cibo e di renderlo disponibile a tutti, nel rispetto del nostro Pianeta. L’Expo, un’occasione unica di incontro di eccellenze enogastronomiche, culture e tradizioni alimentari, potrà portare anche utili indicazioni in ambito di innovazione e ricerca nel settore agroalimentare, per rendere più efficiente la produzione e la logistica, riducendo gli sprechi e garantendo la sostenibilità ambientale e sociale. Il nostro obiettivo è che il dibattito globale intorno ai temi dell’alimentazione e dello sviluppo sostenibile non si esaurisca con la chiusura dell’Esposizione ma abbia continuità: in questo senso, la Carta di Milano rappresenta  proprio la nostra elaborazione culturale.

5) In quali settori si aspetta la maggiore ricaduta?
E' innegabile che molti consumatori a livello globale guardano al Made in Italy come un valore aggiunto. Cibo e alimentazione, temi al centro dell’evento, costituiscono uno degli asset principali dell’Italia e potranno funzionare da traino anche per gli altri settori produttivi. Mi aspetto e, anzi, sono certo che l’Expo porterà significative ricadute per l’intero sistema agroalimentare del nostro Paese, per l’immagine e la reputazione di cui gode, a giusto titolo, il Made in Italy e anche per valorizzare il lavoro e l’impegno dei territori e delle comunità locali, presentando al Mondo anche l’eccellenza dei nostri paesaggi e dei sistemi rurali.

6) Guardando all'Asia, quali settori sono più promettenti per l'export e cosa sta facendo il governo?
Il Governo è impegnato a sostenere l’internazionalizzazione del sistema produttivo nazionale d’intesa con il Ministero dello Sviluppo Economico ed il Ministero degli affari esteri e della cooperazione  internazionale. Il Piano per la promozione straordinaria del Made in Italy e l’attrazione degli investimenti in Italia comprende sia azioni per il sostegno alla penetrazione dei prodotti italiani nei diversi mercati, sia per la promozione e la tutela all'estero dei nostri marchi e delle certificazioni di qualità e di origine. Il Piano è strutturato per garantire un’ampia copertura geografica, con particolare attenzione ai mercati che mostrano maggiore dinamicità. Per quanto riguarda l’Asia, il Piano rivolge l’attenzione sia ai contesti da consolidare ulteriormente, come Giappone e Corea, sia alle economie emergenti quali Indonesia, Malesia, India, Vietnam, Filippine, Kazakistan e Emirati Arabi. Sono stati individuati 3 settori chiave per l’export, tra cui quello agroalimentare (oltre alla moda e al comparto meccanico) e 3 aree geografiche chiave tra cui la Cina (assieme a USA e Canada) dove saranno attuate anche specifiche campagne di promozione dei prodotti agroalimentari italiani direttamente presso la grande distribuzione. Tra i settori più dinamici sui mercati asiatici, certamente si contraddistingue quello vitivinicolo, caratterizzato da  una strutturata propensione all’export e per il quale l’Asia rappresenta una destinazione importante. Non dimentichiamo che tra i principali mercati di importazione del vino italiano compaiono Cina e Giappone e che il mercato cinese, in fase  di espansione, consente ulteriori spazi di penetrazione del nostro prodotto. Con un occhio rivolto ai nuovi mercati tra i quali si distinguono come decisamente interessanti per il settore quelli di Hong Kong, Singapore e Corea del Sud.




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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

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http://www.eu/ita/archivio/Tempo-di-Expo-intervista-esclusiva-al-viceministro-alle-politiche-agricole-Andrea-Olivero-di-Paolo-Viana-101-ITA.asp 2015-05-28 daily 0.5