Turkmenistan: Ambasciatore Mancini, visita Renzi "storica"

(AGI) - Ashgabat, 17 nov. - Sara' una "visita di conoscenza", ma comunque "storica", quella di Matteo Renzi domani in Turkmenistan (di ritorno dall'Australia), primo capo di governo occidentale a recarsi nel Paese centroasiatico e per di più anche nella veste di presidente di turno dell'Ue. "Per il Turkmenistan e' una visita storica - spiega, in un'intervista all'AGI, il neo ambasciatore d'Italia ad Ashgabat Marco Mancini - se poi pensiamo che l'ultima missione di un grande statista occidentale qui risale ai tempi di Francois Mitterrand, possiamo immaginarci quanto sia attesa questa visita".
Insediatosi a ottobre scorso, a nemmeno un anno dall'apertura della rappresentanza diplomatica ad Ashgabat, Mancini guarda già con grandi aspettative il potenziale di sviluppo delle relazioni e sogna "presto" una missione di sistema nel Paese centroasiatico. "Si tratta di una visita tecnica e non ancora ufficiale, ma con valore doppio: perchè sara' il primo capo di governo occidentale a venire qui e per di più in veste di presidente di turno dell'Ue", ha sottolineato l'ambasciatore, secondo il quale "insieme all'apertura dell'ambasciata a dicembre 2013, l'evento di domani segna la volontà di avviare un dialogo più strutturato e importante con questo Paese". Roma ha instaurato relazioni diplomatiche con Ashgabat già dal 1991, subito dopo la proclamazione di indipendenza dall'ex Urss, ma senza mai l'apertura di ambasciate. "La situazione era maturata al punto tale da giustificare, da parte nostra, questa apertura con l'auspicio che la visita del presidente Renzi possa essere anticipatrice di una futura, ma non troppo lontana, inaugurazione di un'ambasciata del Turkmenistan a Roma, di cui si parla molto", ha auspicato Mancini, ammettendo che "le premesse per farlo ci sono". I rapporti bilaterali tra Italia e Turkmenistan sono da sempre incentrati sul settore degli idrocarburi e del gas in particolare: domani Renzi presenziera' alla firma di alcuni importanti accordi proprio in campo energetico. "Ma da parte turkmena - ha aggiunto il diplomatico - ci si rende conto che bisogna pensare a una diversificazione delle fonti di ricchezza, soprattutto creando collaborazioni in settori che a loro interessano molto, come la tecnologia, la scienza, l'innovazione, la cultura. Sono tutti campi, in cui il rapporto con l'Italia può essere molto interessante, perchè c'e' curiosità verso il nostro Paese". In termini di interscambio, "siamo il terzo partner nell'Ue - va avanti Mancini - ma la bilancia commerciale e' squilibrata a nostro sfavore. Dobbiamo cercare di accrescere la quota di beni che esportiamo". I settori su cui puntare possono essere prima di tutto quelli di arredamento, mobili, piastrelle e architettura d'interni, "di cui c'e' un gran bisogno", m anche agroalimentare e vino. "Siamo in un Paese laico: esiste l'Islam, ma e' molto tollerante e non ci sono grossi divieti sul cibo. Hanno hanno ottime vigne, ma non sanno fare il vino, manca il know how e per questo hanno bisogno degli occidentali, ma devono anche eliminare questa diffidenza atavica verso lo straniero", ha evidenziato. Cosi', "aperta l'ambasciata, 'benedetta' dal presidente del Consiglio, il seguito concreto dovrebbe essere quello di una missione di sistema", come quella recente in Kazakistan. "Li' - ha spiegato Mancini - si tocca con mano la concretezza dei rapporti e si colgono le vere occasioni". Come quella rappresentata dalle infrastrutture, ambito nel quale "ci sono grossi progetti". Il Turkmenistan mira ad accrescere la produzione e l'esportazione di gas e con i proventi di questa vendita sostenere un grosso piano di costruzione fisica del Paese: infrastrutture, edilizia civile, grandi opere ci sono progetti enormi. Uno di questi che ha già preso avvio e' quello del mega villaggio olimpico per i Giochi asiatici indoor del 2017.
In questo settore non mancano competitor già consolidati, ha avvertito l'ambasciatore: "I francesi, ma anche le grandi società di costruzioni turche, che dominano la scena sul piano edilizio e infrastrutturale. I cinesi hanno pagato la costruzione di grossi tratti di ferrovia, di strade che portano da ovest a est, e soprattutto le lunghe pipeline per il gas che vogliono portare verso est. L'obiettivo di Pechino e' quello di portare il Turkmenistan a soddisfare il 40% del suo fabbisogno di gas entro il 2020". Di questo e di altro si parlerà negli incontri ufficiali di domani. "Sara' una visita a tutto campo - ha anticipato Mancini - ma l'accento e' sull'energia, per consolidare la nostra presenza in questo Paese". "L'Italia, infine, esprimerà soddisfazione per il fatto che il Turkmenistan partecipi all'Expo di Milano, con un proprio padiglione dal costo di 6.300.000 euro, uno sforzo non indifferente per il Paese, ma anche occasione per affacciarsi su una ribalta internazionale.
Poi si affronteranno anche i temi multilaterali come la necessita' di collaborare alla lotta al terrorismo, al traffico degli stupefacenti, alla criminalità organizzata transfrontaliera; tutti fenomeni che nella regione in cui si trova il Turkmenistan non sono parole ma fenomeni veri".
(AGI - 17/11/2014)