Turkmenistan: progetti energetici e di trasporto attraverso il Caspio (di Fabio Indeo)

La ratifica della Convenzione sullo Status Legale del Caspio da parte del  Parlamento Turkmeno schiude concretamente delle interessanti prospettive per il potenziamento del Corridoio Energetico Meridionale del gas - supportato dalla UE con l'obiettivo di rafforzare la propria sicurezza energetica - attraverso il coinvolgimento della quarta nazione al mondo per riserve di gas naturale.

Questa prospettiva inoltre va analizzata anche nell'ottica di Ashgabat, in quanto con l'eventuale realizzazione del gasdotto transcaspico - una condotta sottomarina che unisca il porto turkmeno di Turkmenbashi e quello azerbagiano di Baku - potrebbe disporre di uno strategico corridoio alternativo d'esportazione: in questo modo il Turkmenistan potrebbe ovviare a quella condizione di dipendenza da un solo mercato d'esportazione (quello cinese), in attesa della realizzazione dei diversi progetti in cantiere, come ad esempio il gasdotto TAPI (Turkmenistan-Afghanistan-Pakistan-India).

Sulla base di quanto riportato dal sito ufficiale del governo turkmeno, il primo dicembre il parlamento nazionale avrebbe siglato anche degli accordi quadro in materia di prevenzione di incidenti sul bacino del Caspio, accordi di cooperazione economica e commerciale e nel settore dei trasporti.

Il problema della definizione dello status legale del Caspio si ripropone dal 1991, quando dalla dissoluzione dell'Unione Sovietica Azerbaigian, Kazakhstan e Turkmenistan divennero repubbliche indipendenti e reclamarono il diritto allo sfruttamento del bacino del Caspio (che dovrebbe contenere riserve per 48 miliardi di barili di petrolio e oltre 8mila miliardi di metri cubi di gas), che da una sorta di lago sovietico-iraniano era diventato un bacino condiviso e conteso tra cinque stati. 

Dopo aver osteggiato per anni il progetto di gasdotto transcaspico, ora la Russia e l'Iran sembrano orientate a non intralciare la sua realizzazione: con la Convenzione appena siglata prevale il principio dell'accordo tra le parti interessate al tracciato dell'infrastruttura (Azerbaigian e Turkmenistan, ed eventualmente Kazakhstan), nel rispetto degli standard di tutela ambientale previsti dagli accordi internazionali (articolo 14 della Convenzione).
È interessante notare come la ratifica del parlamento turkmeno sia avvenuta dieci giorni dopo la visita ufficiale del presidente azerbaigiano Aliyev ad Ashgabat, a testimoniare quanto sia determinante e fondamentale la cooperazione tra queste due repubbliche per la realizzazione del corridoio transcaspico. I due presidenti hanno siglato degli accordi di cooperazione economica e per il traffico transfrontaliero di merci e persone, che di fatto sottendono alla piena implementazione del corridoio est-ovest con la piena partecipazione e il coinvolgimento del Turkmenistan.

Sin dal 2015, con la firma della dichiarazione di Ashgabat tra Commissione Europea, Turkmenistan, Azerbaigian e Turchia, queste due ultime nazioni cercano di coinvolgere la repubblica centroasiatica nel Corridoio Energetico Meridionale con la funzione di supplier: il presidente Berdymuhamedow ha siglato degli accordi che prevedono di far confluire gas naturale turkmeno nel gasdotto Transanatolico TANAP - in corso di realizzazione tra Ankara e Baku - per poi raggiungere i mercati europei. Restano tuttavia da risolvere sul piano bilaterale delle questioni particolarmente spinose che si protraggono nel tempo, come la disputa sui giacimenti contesi nel Caspio meridionale tra Ashgabat e Baku, ma anche tra Iran e Azerbaigian.

Alla fine del 2015 il Turkmenistan ha concluso la costruzione di un gasdotto interno est-ovest capace di trasportare il gas naturale estratto nei ricchi giacimenti delle province orientali sino alle coste del Caspio, con una capacità di 30 miliardi di metri cubi (Gmc) all'anno. Secondo le autorità turkmene, l'incremento della produzione dei giacimenti onshore ed offshore nella sezione nazionale del Caspio (sui primi dei quali è da tempo attiva la compagnia energetica italiana Eni, nel blocco di Balkanabat) aumenterebbe la capacità di esportazione a 40 Gmc da destinare al vettore orientale d'esportazione.

La UE attende per marzo 2019 le conclusioni di una analisi di studio tecnica ed economica inerente la fattibilità ingegneristica del progetto e i relativi costi. 

Effettivamente l'accordo sul Caspio raggiunto il 12 agosto tra le cinque nazioni rivierasche di fatto permette di considerare il bacino come un area di transito per infrastrutture energetiche e di trasporto, attirando sul Turkmenistan l'interesse degli investitori internazionali, compresi quelli italiani.

A tal riguardo, il 15 novembre vi è stato un business forum ad Ashgabat organizzato dalla Camera di Commercio e dell'Industria del Turkmenistan assieme all'Istituto Italiano per il Commercio Estero, alla quale hanno partecipato i rappresentanti delle maggiori compagnie ed imprese italiane, soprattutto quelle con interessi nei settori strategici per l'economia turkmena coma il settore energetico, l'industria chimica ed alimentare, e l'agricoltura, ovvero Eni, Maire Tecnimont, Nuovo Pignone.

Oltre alla dimensione energetica, l'accordo sul Caspio avrà un enorme impatto nella sfera della cooperazione economica e sullo sviluppo del commercio intraregionale, valorizzando il ruolo del Caspio come hub di trasporti per quei corridoi economici che si dipanano dalla Cina e attraversano l'Asia centrale prima di raggiungere i mercati europei e le sponde meridionali del Golfo Persico. Infatti questi corridoi s'inseriscono nell'architettura infrastrutturale della cintura delle vie della seta (Belt and Road Initiative) che non solo consentono alla Cina di raggiungere i mercati europei con corridoi di trasporto terrestri, ma consentono anche alle repubbliche centroasiatiche di diversificare le loro esportazioni raggiungendo mercati nuovi.

Il nuovo quadro legale che disciplinerà le relazioni economiche e di trasporto attraverso il bacino del Caspio permetterà al Turkmenistan di sfruttare appieno il moderno e appena ristrutturato porto internazionale di Turkmenbashi, che secondo le intenzioni dovrebbe essere l'hub di un corridoio terrestre che porterebbe prodotti dalla Cina (nell'ambito della BRI) attraverso lo snodo ferroviario uzbeco di Navoi - previa realizzazione della necessaria linea ferroviaria tra questa città e il porto turkmeno sul Caspio - oppure transitando attraverso l'Afghanistan - il corridoio infrastrutturale chiamato Lapis Lazuli – entrambi poi destinati a riconnettersi nel porto di Baku per poi confluire sull'esistente e già operante linea ferroviaria Baku-Tbilisi-Kars (Azerbaigian-Georgia-Turchia).




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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

Consulta il testo del provvedimento
http://www.eu/ita/archivio/Turkmenistan-progetti-energetici-e-di-trasporto-attraverso-il-Caspio-di-Fabio-Indeo-596-ITA.asp 2018-12-27 daily 0.5