Uzbekistan ed Unione Economica Euroasiatica: un mutamento epocale nella politica estera di Tashkent? (di Fabio Indeo)

Nel corso degli ultimi mesi, alcune dichiarazioni apparse nella stampa russa - sommate ad alcuni orientamenti espressi dal Presidente uzbeko Mirziyoyev - lasciano presagire che l'Uzbekistan stia prendendo in seria considerazione la possibilità di diventare membro dell'Unione Economica Euroasiatica (EEU), organizzazione sovranazionale a guida russa che si pone l'obiettivo di promuovere l'integrazione economica nello spazio post-sovietico.

Un passo di questo tipo rappresenterebbe di fatto una svolta radicale nella politica estera di Tashkent: sin dall'indipendenza nazionale, il primo presidente Karimov aveva forgiato per la propria nazione una politica estera che privilegiava le relazioni bilaterali - con gli altri stan confinanti e con gli attori regionali ed internazionali - evitando di restare ingabbiati in organizzazioni multilaterali soprattutto se guidate da Mosca, per il tradizionale e costante timore delle ambizioni imperialiste russe.

In realtà, ad oggi non vi è stata nessuna dichiarazione ufficiale del Presidente Mirzyoyev o del governo di Tashkent in relazione a questa eventualità, se si eccettua la dichiarazione del senatore Safoev che in sostanza rimanda qualunque eventuale decisione in proposito all'analisi costi/benefici elaborata da una commissione governativa ad hoc: questa dichiarazione segue (forzatamente) la decisione presa dal Presidente del Consiglio federale dell'Assemblea federale della Federazione russa Valentina Matviyenko, di annunciare alla stampa che l'Uzbekistan sarebbe pronto a diventare membro dell'EEU.

In attesa di comprendere l'evoluzione di una decisione destinata a mutare ulteriormente lo scenario geopolitico della regione euroasiatica, va rilevato come lo stesso Mirziyoyev, durante un discorso al Senato in giugno, evidenziava che - nonostante le relazioni economiche e commerciali (bilaterali) con le altre repubbliche centroasiatiche siano in costante crescita - la mancata partecipazione dell'Uzbekistan all'EEU danneggia seriamente l'industria manifatturiera nazionale, per le crescenti difficoltà ad esportare nei mercati dell'Unione.
Infatti la Russia e le altre nazioni dell'Unione rappresentano il 70% del commercio estero uzbeko: la futura adozione di norme comuni di etichettatura per i prodotti si riverbererà negativamente sull'esportazione di determinati prodotti dall'Uzbekistan, in quanto potrebbero subire delle restrizioni o essere assoggettati a maggiori tariffe.  

Negli ultimi tre anni Mirziyoyev ha intrapreso un nuovo corso politico ed economico, fondato sulle sviluppo di intense relazioni commerciali con le repubbliche confinanti e l'abolizione di molte barriere doganali alla circolazione dei prodotti: la Russia e le altre nazioni EEU appaiono intenzionate ad aprire ulteriormente i loro mercati alle esportazioni uzbeke ma in condizione di reciprocità, posizione che assume una certa rilevanza se formulata e sostenuta dalle due maggiori potenze economiche regionali, ovvero Russia e Kazakhstan. Ad esempio, gli accordi sanciti con Mosca nel 2017 vanno infatti in questa direzione, in quanto le due nazioni si impegnarono per l'abolizione dei dazi doganali su alcuni prodotti (tessile e prodotti agricoli provenienti dall'Uzbekistan) in condizione di reciprocità.

In sostanza, le difficoltà di accesso ai mercati regionali dei produttori manifatturieri uzbeki potrebbero convincere il presidente Mirziyoyev a rivedere la politica di liberalizzazione economica seguita sino ad ora, spingendolo all'adozione di misure protezionistiche (perlomeno in alcuni settori economici) a tutela dei produttori nazionali. Sarebbero infatti allo studio delle disposizioni destinate ad incrementare i dazi sulle merci importate, comprese quelle provenienti da nazioni EEU) e di ridurre la rosa dei beni esentati da queste misure.
Inoltre, la notizia riportata a luglio dal sito kazako TengriNews  risulta abbastanza esplicativa relativamente alle difficoltà che i produttori uzbeki possono incontrare per commercializzare i loro prodotti nei mercati dell'Unione Euroasiatica: la casa automobilistica statale uzbeca Uzavtosanoat, per far fronte al crollo delle esportazioni di autovetture verso la Russia degli ultimi due anni, ha deciso di creare degli impianti di assemblaggio in Kazakstan, e successivamente in Kirghizistan e Russia in modo tale da poter beneficiare di condizioni convenienti per poter accedere ai mercati EEU.

Indubbiamente, l'adesione dell'Uzbekistan all'EEU darebbe nuova linfa al progetto geopolitico russo, con l'inclusione della nazione più popolosa dell'area e con un forte comparto industriale, condizioni che differenziano l'Uzbekistan dalle altre nazioni coinvolte (in particolare Kirghizistan ed Armenia), con un economia debole ed un industria non competitiva: allo stesso tempo, Tashkent potrebbe giocare un ruolo di primo piano all'interno dell'organizzazione, agendo in tandem con il Kazakhstan al fine di bilanciare eventuali ambizioni “neo-sovietiche” di Mosca. Su questo punto, sia sufficiente ricordare la ferma presa di posizione dell'ex presidente kazako Nazarbayev riguardo ad un eventuale evoluzione dell'EEU da organizzazione economica a progetto (d'integrazione) politico, percepita come una minaccia alla sovranità nazionale e condizione che potrebbe spingere il Kazakhstan ad uscire dall'Unione.

L'avvicinamento dell'Uzbekistan nell'orbita dell'Unione Economica Euroasiatica potrebbe inoltre incidere sulla strategia multivettoriale in politica estera tradizionalmente perseguita da Tashkent, soprattutto nelle relazioni con la Cina. Attualmente la Cina rappresenta il principale partner economico-commerciale per l'Uzbekistan, in competizione con il ruolo tradizionalmente ricoperto da Mosca.

Durante il comitato di cooperazione intergovernativo Cina-Uzbekistan tenutosi ad agosto a Pechino, il Primo Ministro uzbeko Aripov si è spinto a definire la Cina "il partner più vicino e maggiormente affidabile" per Tashkent, mentre il presidente Xi ha posto l'accento sulla rafforzata cooperazione in ambito BRI. La dichiarazione di Aripov assume una certa importanza se declinata in relazione al ruolo della Russia, e che potrebbe parzialmente spiegare l'improvvisa accelerazione di Mosca nel far filtrare le voci inerenti una possibile adesione di Tashkent all'Unione Euroasiatica: ricordiamo infatti che questo progetto di integrazione economica regionale e di unione doganale, esclude la maggior potenza economica della regione (e per certi versi globale) la Cina.

In aggiunta alla promessa di incrementare le importazioni di prodotti agricoli dall'Uzbekistan (oltre agli investimenti miliardari in ambito infrastrutturale sotto l'egida della Moderna Via della Seta), alcune banche cinesi hanno concesso dei prestiti importanti al governo uzbeko, tra i quali un linea di credito pari a 500 milioni di Yuan (70 milioni di dollari statunitensi): la grande novità risiede nel fatto che per la prima volta Tashkent ha ottenuto un prestito erogato nella divisa cinese, un cambiamento epocale che conferma la crescente e radicata influenza della Cina sulle nazioni coinvolte nel progetto BRI, a scapito di rubli e dollari statunitensi.

Sarà interessante analizzare la capacità di Mirziyoyev di preservare la strategia multivettoriale in politica estera, fondata sull'equilibrio tra gli interessi e gli obiettivi strategici sino russi. In quest'ottica, il meeting bilaterale tra Putin e Mirziyoyev in programma nei primi mesi del 2020 sarà cruciale per comprendere le reali intenzioni uzbeke: in sostanza, Tashkent potrebbe propendere per una temporanea soluzione intermedia, ovvero richiedere lo status di osservatore all'interno dell'Unione Economica Euroasiatica, in attesa di valutare attentamente i benefici e i limiti che una piena adesione potrebbe determinare.

footnote">[1]  https://tengrinews.kz/autos/sdelano-kz-kazahstane-uspeshno-startovali-prodaji-ravon-r3-373027/





CONSORZIO IEA utilizza cookies tecnici e di profilazione e consente l'uso di cookies a "terze parti" che permettono di inviarti informazioni inerenti le tue preferenze.
Continuando a navigare accetti l’utilizzo dei cookies, se non desideri riceverli ti invitiamo a non navigare questo sito ulteriormente.

Scopri l'informativa e come negare il consenso. Chiudi
Chiudi
x
Utilizzo dei COOKIES
Nessun dato personale degli utenti viene di proposito acquisito dal sito. Non viene fatto uso di cookies per la trasmissione di informazioni di carattere personale, né sono utilizzati cookies persistenti di alcun tipo, ovvero sistemi per il tracciamento degli utenti. L'uso di cookies di sessione (che non vengono memorizzati in modo persistente sul computer dell'utente e scompaiono, lato client, con la chiusura del browser di navigazione) è strettamente limitato alla trasmissione di identificativi di sessione (costituiti da numeri casuali generati dal server) necessari per consentire l'esplorazione sicura ed efficiente del sito, evitando il ricorso ad altre tecniche informatiche potenzialmente pregiudizievoli per la riservatezza della navigazione degli utenti, e non consente l'acquisizione di dati personali identificativi dell'utente.
L'utilizzo di cookies permanenti è strettamente limitato all'acquisizione di dati statistici relativi all'accesso al sito e/o per mantenere le preferenze dell’utente (lingua, layout, etc.). L'eventuale disabilitazione dei cookies sulla postazione utente non influenza l'interazione con il sito.
Per saperne di più accedi alla pagina dedicata

Individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei cookie.
Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

Consulta il testo del provvedimento
http://www.eu/ita/archivio/Uzbekistan-ed-Unione-Economica-Euroasiatica-un-mutamento-epocale-nella-politica-estera-di-Tashkent--di-Fabio-Indeo-713-ITA.asp 2019-10-29 daily 0.5