Uzbekistan oggi: il punto di vista del Presidente della Camera di Commercio Italo Uzbeka (di Luigi Iperti)

Ho incominciato a viaggiare in Uzbekistan alla fine del secolo scorso, quando il Paese aveva acquistato da poco la sua indipendenza. La cosa che mi ha sempre colpito è la cortesia della gente e la sua generosa ospitalità. Collocato sul percorso della Via della Seta, con alcune città come Kiva, Bukara e soprattutto Samarcanda che hanno fatto la storia del Centro Asia e che ancora ora evocano ricordi fantastici e conservano vestigie impressionanti del loro ricco passato, l’Uzbekistan è un Paese di 31 milioni di abitanti, politicamente stabile e con prospettive di costante crescita e sviluppo. Il flusso dei turisti aumenta costantemente, ma molti sono gli uomini di affari che volano a Tashkent. Tra l’altro vi sono due voli diretti settimanali dall'Italia.
La leadership del Presidente Islam Karimov è consolidata anche alla luce dei progressi che il Paese sta facendo con sostanziali miglioramenti delle condizioni di vita della popolazione. Il 29 marzo ci saranno le elezioni presidenziali e sono sicuro che il voto confermerà l’appoggio del popolo al Presidente Karimov.

L’economia dell’Uzbekistan 
L’economia dell’Uzbekistan è in costante espansione. Anche nel pieno della recente crisi finanziaria globale, questa giovane Repubblica ha continuato a registrare punte di crescita dell’8,0/8,5%, mantenendo un trend costante negli ultimi sei anni. Il PIL totale ammonta a fine 2013 a 56,8 miliardi di USD (World Bank). Secondo il Fondo Monetario Internazionale, l’Uzbekistan ha gestito bene la crisi, riuscendo a mantenere un bilancio attivo e un basso debito pubblico (17% del Pil). 
Uno dei fondamenti della prosperità dell’Uzbekistan è nelle sue risorse, rame, uranio, oro, cotone e gas naturale, le cui riserve, secondo le stime della BP, superano 1.580 miliardi di metri cubi e nell'operosità della sua gente.
L’industria petrolifera e del gas ha attratto oltre il 60% degli investimenti stranieri. La politica del Paese è volta alla creazione di joint venture nel settore petrolifero e del gas, nell'industria petrolchimica e, in particolare, nella produzione di fertilizzanti. Gli investitori stranieri più importanti sono Lukoil e Gazprom della Federazione Russa, la cinese CNPC, la Korean National Oil and Gas Corporation (KoGas) e la malese Petronas Charigali.
L’Uzbekistan produce quasi 300.000 automobili. Il partner è la General Motors. Anche i motori, 350.000 all'anno, sono fabbricati nel Paese. Le macchine principali, fortemente automatizzate, sono della Comau.
L’azione del Governo a favore dell'industrializzazione contribuisce a cambiamenti nella struttura dell'economia dell'Uzbekistan. Mentre i servizi continuano a dominare l'economia, con una quota del 44 per cento, la quota dell'industria è aumentata, negli ultimi dieci anni, di circa 10 punti percentuali del PIL, ed è ora al 24,2 per cento superando la quota dell'agricoltura (17,6 per cento). 
L’Uzbekistan è uno dei maggiori produttori di cotone. Solo il 25%-30% del quale viene trasformato nel Paese. Il Governo è impegnato a promuovere grandi investimenti nell'industria tessile locale al fine di incrementare l’utilizzo del cotone. 
L’istruzione a tutti i livelli è molto curata. Esistono almeno tre Università con partner stranieri di cui una, la Turin University, ha corsi di laurea in lingua inglese e come partner il politecnico di Torino.
Le trasformazioni strutturali in atto nell'economia dell'Uzbekistan meritano particolare attenzione: se nel 2000, la quota di produzione delle piccole imprese private, nella formazione del PIL del Paese,era del 31%, nel periodo gennaio-settembre 2014, questo indicatore ha raggiunto il 52,9%. La crescita del settore delle costruzioni ha raggiunto il 17,4 % annuo ed i servizi hanno avuto una crescita accelerata del 14,2 % annuo. Importante anche l’industria turistica che può contare su una serie di siti storici di grande interesse.   
Circa il 60 per cento delle spese statali sono indirizzate allo sviluppo sociale della popolazione. Di esso il 33,5 per cento va all'educazione. La quota parte di donne che lavorano è salita al 45,4 per cento. 
Il tasso d’inflazione si mantiene inferiore al 10% all'anno. L'inflazione è anche dovuta alla robusta crescita della base monetaria, a causa dell’aumento dei salari e dei benefits da parte del Governo. Le autorità mantengono comunque uno stretto controllo dei prezzi sui prodotti alimentari di base e sull'energia per limitare l'inflazione. Il deprezzamento della moneta locale segue le linee programmatiche del Governo in modo da tenere sotto controllo l'inflazione importata.
Il bilancio dello Stato mostra da vari anni un avanzo variabile tra l’0.15% (2013) e lo 0,4 del Pil. Le entrate sono aumentate negli ultimi anni a seguito della forte crescita economica e delle riforme. 
Il debito con l’estero non costituisce un fattore di rischio. Nel 2014 è stato pari al 17% del PIL. Le riserve valutarie sono cospicue ed in aumento: a fine 2010 ammontavano a 9,8 miliardi di dollari pari a oltre 13,6 mesi d’importazione. A fine dicembre 2013 sono salite a 17,0 miliardi di dollari e coprono 13,0 mesi d’importazioni.    A ciò si aggiungono i circa 15 miliardi di dollari accumulati nel Fondo per la Ricostruzione e lo Sviluppo (FRD), creato nel 2006. 

Il gas e altre risorse minerarie
L'Uzbekistan si pone tra i più importanti Paesi al mondo sia per quanto concerne la produzione e le riserve di gas naturale. La produzione di gas si aggira annualmente intorno ai 67 miliardi di metri cubi. Si stima che l'Uzbekistan esporti 16 miliardi di metri cubi di gas all'anno, principalmente verso la Federazione Russa, ma anche verso la Cina, con riserve che nel 2008 sono state stimate a 1.870 miliardi mc. 
Per quanto riguarda le esportazioni verso la Russia, l'Uzbekistan ha attualmente ottenuto condizioni di prezzo simili a quelle che GAZPROM pratica nei mercati europei.
Il programma in corso di esplorazione strategica, fino al 2020, della Uzbekneftegaz interessa principalmente i giacimenti di gas dell'altopiano di Ustyurt, regione ubicata nel nord-ovest del paese tra il Lago Aral ed il Mar Caspio. 
Oltre ad accordi sottoscritti con le principali società russe, come Gazprom e Lukoil, operanti nello specifico settore, accordi per l'esplorazione e l'eventuale sfruttamento di giacimenti gassosi sono stati anche sottoscritti, con compagnie cinesi, sud-coreane, malesi e di altri paesi. 
Le autorità uzbeke hanno deciso, già in un vertice internazionale tenutosi a Maggio 2009, di non firmare intese per la realizzazione di collegamenti energetici con l’Unione Europea, mentre altri paesi si sono accordati per fornire sostegno politico, tecnico e finanziario al progetto del “Corridoio Meridionale”, destinato a trasportare gas naturale dal Mar Caspio all'Europa, evitando il territorio russo. 
L’Uzbekistan con il Turkmenistan ed il Kazakistan, non hanno voluto aderire per mantenere buoni rapporti con la Russia. Del resto il Corridoio Meridionale, rappresentato essenzialmente dal progetto Nabucco, non si è concretato sia per la dubbia validità commerciale sia per la riduzione dei consumi che si sono andati manifestando sui mercati europei e questo progetto è stato parzialmente sostituto dal gasdotto Trans-Anatolia Pipeline Gas (Tanap), che porterà il gas dal Mar Caspio, Azerbaijan, attraverso la Turchia e poi dalla Grecia all'Italia. 
L'Uzbekistan possiede anche riserve di petrolio (circa 600 milioni di barili), ma insufficienti per ora a coprire il mercato interno. 
Tra le più importanti risorse naturali del Paese vi è l'uranio. Sono previsti investimenti (circa 165 milioni di USD) per incrementarne la produzione e l'esportazione. Secondo fonti indipendenti, l'Uzbekistan possiede depositi di uranio stimati in 116.000 tonnellate, equivalenti al 2% delle riserve mondiali. I dati governativi uzbeki quantificano invece le riserve di uranio in 185.800 tonnellate.
L`estrazione dell`oro rappresenta, insieme a gas e uranio, una delle molteplici risorse del Paese, con un ruolo preponderante per quanto riguarda le esportazioni. L`Uzbekistan è infatti il nono produttore mondiale di oro e le sue riserve (la più importante è quella del Muruntau, nella regione del Navoi) sono situate al quarto posto tra i principali giacimenti mondiali. La produzione di oro annuale del Paese è stata stimata oltre le 80 tonnellate.

Le prospettive
La crescita del PIL nel 2014 è prevista ancor sostenuta anche se leggermente inferiore rispetto all'anno prima. Dovrebbe collocarsi a circa il 6,5 per cento. Tale stima prende in considerazione una serie di rischi al ribasso. Tra di essi una previsione di debole crescita di altre economie. In particolare ladecrescita in Russia, il principale partner commerciale dell’Uzbekistan, influenzerà negativamente le esportazioni ed i flussi di rimesse. 
Nonostante il calo delle esportazioni e degli afflussi di rimesse dalla Russia e la tendenza al calo dei prezzi delle materie prime principali, verificatasi nella seconda metà del 2014, lo scenario di base si mantiene positivo perché il governo sta adottande misure per sostenere consumi, investimenti, esportazioni, e quindi favorire la crescita. 
Queste includono il proseguimento del programma d’investimenti, ulteriori esportazioni di oro, un aumento delle esportazioni di gas e prodotti alimentari verso la Cina, aumenti di salari, pensioni e prestazioni sociali pari al 20 per cento nominale entro la fine del 2014, disponibilità di credito aggiuntivo per le piccole imprese, una riduzione delle accise sulle importazioni di prodotti alimentari e miglioramenti nel clima degli investimenti. 
Gli obiettivi e le priorità politiche del paese sono: aumentare l'efficienza delle infrastrutture, in particolare dell'energia, dei trasporti, e dell’irrigazione; migliorare la competitività di specifici settori, come la trasformazione dei prodotti agricoli, il settore petrolchimico e quello tessile; diversificare l'economia e quindi ridurre la sua dipendenza dalle esportazioni di materie prime; migliorare l'accesso e la qualità di istruzione, sanità e altri servizi sociali. 
Secondo il rapporto del Ministero del Lavoro e della previdenza sociale, Uzbekistan prevede di creare 987.500 posti di lavoro nel 2015, di cui una parte espressiva nelle regioni periferiche del paese. 
Nel medio termine, la World Bank considera necessarie riforme strutturali atte a sostenere l’alto tasso di crescita. Il Governo ha l'obiettivo di far diventare l’Uzbekistan un paese industrializzato a medio-alto reddito verso il 2050. Sta pertanto perseguendo una graduale transizione ad un'economia orientata al mercato. Allo stesso tempo intende perseguire una distribuzione equa della crescita tra le regioni e garantire il mantenimento di adeguati servizi sociali. Riforme mirate sono state messe in atto per incoraggiare gli investitori ad utilizzare tecnologie moderne per incrementare la produttività. 
Il governo dell'Uzbekistan sta elaborando il Piano Vision 2030, con l’aiuto della World Bank, in cui si definiranno le riforme che potrebbero essere necessarie. Nel maggio del 2014, una relazione di sintesi è stata consegnata al governo, come input della Banca, per la preparazione della Vision 2030.

Le opportunità per l’Italia.
Gli Uzbeki amano l’Italia e tutto ciò che è italiano, i film, la moda, il cibo ed i nostri macchinari perché sanno che sono di qualità e competitivi come prezzo.In questo momento ci chiedono specialmente impianti per l’agroindustria ed il meccano tessile. Alcune aziende italiane sono presenti con proprie unità produttive come l’Ariston, la Landi Renzo, la Toscana Nastri ed altre ancora. Anche l'Univesità Italiana è presente con Il Politecnico di Torino come abbiamo detto.
Il Governo Uzbeko ha in atto un vasto programma di privatizzazioni e di sviluppo della media e piccola industria. Il Paese presenta importanti opportunità sia per forniture di beni strumentali, che per beni di consumo, ma il Paese è particolarmente interessante per investimenti manifatturieri di piccola e media dimensione. 
Prospettive interessanti si presentano per industriali italiani che creino un centro produttivo nel Paese e quindi intendano allargare il loro mercato non solo all'Uzbekistan, ma anche agli altri paesi del Centro Asia e alla stessa Russia, ai quali si può accedere in sostanza senza o con modesti oneri doganali. Si tratta di un mercato da 200 milioni di abitanti.
Per gli investitori stranieri sono previsti importanti incentivi fiscali, che si aggiungono ad altri fattori interessanti come il basso costo della manodopera e delle energie. Gli incentivi fiscali sono particolarmente interessanti nelle Free Economic Zone di Navoi. Djizac e Angren.
La nostra Camera con uffici a Milano e a Tashkent e con la propria società di servizi ITALUZ, in partecipazione con la Camera di Commercio e Industria dell’Uzbekistan, è disponibile a fornire informazioni ed ad aiutare gli imprenditori italiani che vogliano affrontare il mercato  uzbeko.silvia.boz@ciuz.info. 




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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

Consulta il testo del provvedimento
http://www.eu/ita/archivio/Uzbekistan-oggi-il-punto-di-vista-del-Presidente-della-Camera-di-Commercio-Italo-Uzbeka-di-Luigi-Iperti-75-ITA.asp 2015-03-24 daily 0.5