Verso Expo Astana 2017 -PARTE II- (di Lorena Di Placido)

Il contesto economico dell’Expo
La difficile congiuntura che sta attraversando il Kazakhstan, compresso tra una drastica riduzione dei prezzi degli idrocarburi e una sensibile flessione della crescita a livello globale e, in particolare, nei principali partner economici, Russia e Cina, rende lo stimolo proveniente dall’Expo quanto mai opportuno per rilanciare le attività produttive verso nuove direzioni. Secondo la Banca Mondiale, il Kazakhstan è un Paese a reddito medio-alto con un PIL pro capite che nel 2015 era di circa dieci mila cinquecento dollari.

La crescita economica, che nel 2014 era stata del 4,1%, nel 2015 è scesa all’1,2%. Il Paese si colloca tra i 15 maggiori produttori di petrolio, con il 3% del totale delle riserve mondiali stimate, mentre la superficie occupata da siti petroliferi e gasiferi copre il 62% del territorio complessivo; i giacimenti petroliferi noti sono 172, oltre 80 dei quali ancora in fase di sviluppo. Oltre il 90% delle riserve petrolifere si concentra in 15 giacimenti principali, tra i quali si distinguono Tengiz, Kashagan, Karachaganak. Le stime ufficiali del ministero del Petrolio e del Gas del Kazakhstan riferiscono di riserve provate di idrocarburi (sia onshore che offshore) di 4,8 miliardi di tonnellate, pari a 30 miliardi di barili, e di ulteriori prospezioni possibili, soprattutto nella sezione kazaka del Mar Caspio, dove si troverebbe una stima di 17 miliardi di tonnellate (o 124,3 miliardi di barili) di gas e petrolio. I numeri parlano, quindi, di un Paese destinato a rimanere nel lungo periodo ai vertici della produzione mondiale. 

L’agricoltura occupa meno del 5% del PIL, mentre continua  ad impiegare almeno un quarto della forza lavoro e costituisce un contesto critico per affrontare povertà e sicurezza alimentare, e procurare un ulteriore ambito per la diversificazione dei comparti economici. 

Per quanto portatrice di ricchezza, in assenza di una opportuna e lungimirante politica di diversificazione delle attività produttive, la monocoltura degli idrocarburi rischia di appiattire il Paese produttore su un ambito prevalente di attività che lo rende vulnerabile alle oscillazioni dei mercati e alle congiunture negative, come evidenziato dalle difficoltà affrontate in particolare nell’ultimo anno. Tra l’altro, la scelta di collocare la moneta nazionale, il tenge, su un regime di cambio fluttuante, ad agosto 2015, ne ha determinato un forte deprezzamento, con conseguenze negative sui consumi domestici e una maggiore pressione inflazionistica (13,6% su base annua a dicembre 2015). La campagna per la riduzione della povertà ha avuto uno stallo nel biennio 2014-2015, dovuto al rallentamento della crescita e a un mercato del lavoro debole. Il governo ha tentato di attutire l’impatto del rallentamento dell’economia tutelando la spesa sociale e aumentando le pensioni, a fronte di una serie di difficoltà contingenti, quali l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, la diminuzione del valore reale dei salari e le minori opportunità di impiego che fanno sentire tutto il proprio peso.

Progetti e strategie di sviluppo
Il 2015 è stato comunque segnato dal lancio di una ondata di riforme strutturali, comprese nel programma 100 Passi Concreti, Uno Stato Moderno per Tutti, strutturato su cinque pilastri: professionalizzazione della  pubblica amministrazione, rispetto dello stato di diritto, aumento di trasparenza e responsabilità dello Stato, diversificazione e crescita economica, unità nazionale. Parallelamente al rafforzamento delle istituzioni, è in corso di implementazione il programma di sviluppo infrastrutturale del Kazakhstan denominato Nurly Zhol (percorso luminoso) e la valorizzazione del capitale umano attraverso la scolarizzazione universale e il miglioramento dell’offerta formativa a ogni grado.  L’istruzione rappresenta una priorità assoluta per il Kazakhstan. 

Nel 2011, il Paese si è collocato primo nell’Education for All Development Index dell’UNESCO, per aver raggiunto livelli di istruzione quasi universali a livello primario, di alfabetizzazione degli adulti e parità di genere. Si tratta di risultati che riflettono gli sforzi del Kazakhstan per espandere l’accesso gratuito all’istruzione primaria e rendere obbligatoria quella secondaria. L’obiettivo di realizzare una università gratuita e di rango internazionale per promuovere i migliori talenti del Paese ha trovato compimento in particolare nella Nazarbaev University (fondata nel 2010 e collocata ad Astana di fronte al sito ove sono in costruzione le strutture dell’Expo) e nella concessione delle borse di studio all’estero nell’ambito del programma internazionale Bolashak (futuro).

L’Expo 2017 costituisce un ulteriore passo per proiettare il Kazakhstan tra i trenta Paesi più sviluppati al mondo, obiettivo che trova la propria cornice ideale e pragmatica nella Strategia Kazakhstan-2050, “una politica di pianificazione, di sviluppo a lungo termine e di crescita economica” che raccoglie la visione delle prospettive divulgate dal presidente Nursultan Nazarbaev nel messaggio alla nazione del 14 dicembre 2012.
 
Pilastri della strategia sono: la politica economica, la crescita del settore privato, la politica sociale, la modernizzazione dell’istruzione, le riforme democratiche e la politica estera. In particolare, nel ripensare un nuovo corso per l’economia, fondato “sui principi del rendimento, del ritorno degli investimenti e della competitività”, Nazarbaev ha ritenuto necessario introdurre un sistema del tutto nuovo per la gestione delle risorse naturali, che consenta di accelerare l’introduzione delle materie prime nei mercati internazionali, così da accumulare in breve tempo  le risorse finanziarie che aiuteranno il Paese ad affrontare la sfida di eventuali nuovi periodi globali di crisi. Allo stesso tempo, sul piano dei consumi interni il Kazakhstan mira a “sviluppare la produzione di energia da fonti alternative, introdurre operativamente le tecnologie che utilizzano l’energia solare ed eolica. Per il 2050…il consumo di energia da fonti alternative e rinnovabili dovrà costituire almeno la metà della totalità dei consumi energetici”. Pertanto, l’esperienza dell’Expo si colloca perfettamente nel percorso di crescita che la leadership kazaka ha avviato, capitalizzando sulla ricchezza di idrocarburi per costruire nuove direttrici produttive. Innovazione, creatività e sapere (scientifico, tecnologico, pratico) trovano, quindi, una sintesi nelle modalità in cui viene realizzata l’esibizione e nel modello di sviluppo che rappresenta. Anche la destinazione già decisa per le infrastrutture dell’Expo, che costituiranno un centro direzionale e finanziario, accanto a un quartiere residenziale innovativo per tecniche di costruzione e proprietà ambientali, testimoniano una politica lungimirante che sembra consolidare il Kazakhstan come leader regionale, punto di riferimento per gli approvvigionamenti energetici, modello di politica economica e di sviluppo, hub infrastrutturale e commerciale.

(La prima parte dell'articolo è stata pubblicata sul numero 23 di Eurasian Business Dispatch).
(Pubblicato sull'ultimo numero di "Informazioni della Difesa")




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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

Consulta il testo del provvedimento
http://www.eu/ita/archivio/Verso-Expo-Astana-2017--PARTE-II--di-Lorena-Di-Placido-320-ITA.asp 2016-12-19 daily 0.5